Libro degli ospiti

Commenti: 3
  • #3

    Paolo Cicale (martedì, 19 ottobre 2010 10:21)

    Complimenti per la rivista, vi seguirò con interesse. Buon Lavoro. Paolo

  • #2

    lino carriero (martedì, 28 settembre 2010 15:31)

    Gent.ma Nicoletta e carissimi amici. Dopo aver letto con gusto tutti gli articoli, sento il desiderio di porre l'accento su alcuni aspetti che giustamente Nicoletta rimarca nel suo articolo. Lei ricorda che la filosofia nasce dalla meraviglia per il mistero, l'ignoto, la bellezza o la morte, fenomeni di cui ignoriamo la causa e perciò non ne abbiamo il controllo (a differenza degli dei). Ma se c'è meraviglia , a differenza degli dei che dovrebbero sapere già tutto, nell'uomo c'è la possibilità di capire attraverso l'esperienza della conoscenza. Se bisogna capire, l'uomo, e solo lui, può ammettere di non sapere quindi di essere comunque eternamente ignorante rispetto all'infinità della conoscenza.
    La filosofia non ha quindi altro scopo che la conoscenza fine e se stessa. Le eventuali possibili applicazioni danno poi origine alle molteplici discipline.
    Il punto è questo: viviamo forse in un epoca dove i "saperi" ammettono di non sapere? Sapere di non sapere non vuol dire ammettere di non sapere ancora tutto, semmai è ammettere di non poter mai arrivare ad essere certi del proprio sapere. Dubitare e mettersi in crisi non sembrano assolutamente le qualità dei nostri giorni. Assistiamo ormai increduli alla spartizione dei saperi, sempre più parcellizati dalle discipline specialistiche (che la Psicologia si sia accaparrata il "settore" dell'anima scalzando la credibilità di altri, non autorizzati al propio albo, ne è un es. insieme alla lotta della Medicina verso le medicine complementari). Quale messaggio possiamo lasciare ai giovani che dovendo riempire un vuoto fisiologico della conoscenza generazionale, trovano quello stesso già irrimediabilmente saturo di ogni ulteriore accesso e apporto costruttivo?

    Allora se non esistesse più altro tipo di ricerca che non fosse finalizzato ad alcun obiettivo, come la filosofia, qual'è l'obiettivo di questa società. Forse è la conoscenza assoggettata alle necessità dell'economia: aumento di potenza economico-tecnologico di un popolo a discapito di un altro o di una multinazionale a discapito della più debole. Nell'unica certezza della conoscenza come sopravivvenza propria, quale forma di dialogo o cultura del dialogo può avere senso anche nei più "modesti" contesti di conoscenza personale?

  • #1

    alidiicaro (sabato, 07 agosto 2010 15:55)

    Alla redazione...
    Salve a tutti, la nostra rivista on line sta crescendo lentamente. Grazie di cuore a chi ha già inviato testi sul tema LA NOIA E I GIOVANI. Il numero Zero uscirà a fine Settembre, restiamo in attesa di altro materiale.
    A presto.
    Irma Fiorentini
    vicepresidente, responsabile siti web