Irma Fiorentini

L'amore proibito di Dante Gabriel Rossetti

D.G.Rossetti, Venere Verticordia
D.G.Rossetti, Venere Verticordia

Prendendo spunto dalla splendida mostra in corso a Roma presso la galleria nazionale d’arte moderna, (vai al link...), vi narrerò una storia di arte, amore e veleno…

Ritrarre è come guardare un viso per la prima volta, è osservare un volto in modo del tutto nuovo, è frugare e spogliare, è penetrare con lo sguardo e indagare l’anima. Per questo, ciò che unisce il pittore ritrattista alla propria modella è spesso un legame del tutto speciale. Ma ciò che unì Dante Gabriel Rossetti a Jane Burden fu molto di più, un’attrazione folgorante, un sentimento da principio immolato all’ideale dell’amor cortese, che inesorabilmente scivolò verso una passione cieca e distruttiva, indifferente al decoro e alle opinioni altrui.

D.G.Rossetti, Autoritratto
D.G.Rossetti, Autoritratto

Rossetti nacque a Londra nel 1828, formatosi in famiglia e ambiente intellettuali, fu pittore e poeta di carattere romantico. Visse pienamente il clima culturale dell’Inghilterra Vittoriana, in cui la battaglia tra gli stili classico e neogotico rappresentò il primo passo verso il rinnovamento dell’architettura, della pittura e in generale di tutte le arti applicate. Fu tra gli esponenti del movimento Preraffaellita (definito anche come confraternita), il cui precetto fondamentale era l’ispirazione alla pittura medioevale e del primo rinascimento italiano precedente a Raffaello, scevra da ogni accademismo o “maniera”.

D.G.Rossetti, Lady Lilith
D.G.Rossetti, Lady Lilith

L’ideale estetico di Rossetti fu incarnato inizialmente da Elizabeth Siddal, che conobbe nel ’49. Lizzie, modella di umili origini dai lunghi e fulvi capelli, posò anche per Walter Deverell, William Holman Hunt e John Everett Millais, impersonando per quest’ultimo l’Ofelia del celebre quadro. Il suo volto quattrocentesco fece di lei la musa ispiratrice del gruppo preraffaellita, ma in breve divenne modella privilegiata e amante di Rossetti, insieme al quale fu ella stessa dedita alla pittura e alla poesia. Furono anni di arte intensa e intenso amore.

J.E.Millet, Ofelia
J.E.Millet, Ofelia
D.G.Rossetti, Proserpine
D.G.Rossetti, Proserpine

Ma lo spirito inquieto di Gabriel lo spinse a tradirla, forse alla ricerca di nuove muse, fino al fatale incontro con Jane Burden nel ’56. Jane è una giovane donna (anch’essa di origine proletaria) la cui bellezza sensuale e volitiva rimanda alla fondamentale caratteristica del gotico descritta da John Ruskin (critico e sostenitore della confraternita): una rozzezza nobile e anticlassica (savageness) che la trasformerà nella nuova ammaliante icona preraffaellita. Lizzie, cagionevole nella salute, prostrata nell’animo e nel corpo, scrive versi struggenti, tra le frasi, cariche d’amore ed odio leggiamo:

il vero amore non ci è concesso in vita

niente tranne il riposo sembra buono per me

Ciò che accadde in seguito fu nobile nelle intenzioni e drammatico negli esiti. Il fedele e abbiente amico di Rossetti, William Morris (poeta e decoratore, oggi considerato il fondatore dell’Arts and Craft inglese), innamorato anch’esso di Jane, la prese in moglie nel ’59. L’anno seguente si sposarono Lizzie e Gabriel, ma la parabola The cup of cold water, che egli stesso scrisse più tardi, ci suggerisce una plausibile interpretazione della vicenda:

Un giovane re cavalca con un giovane cavaliere suo amico, avendo sete, si fermano al cottage di un boscaiolo, e la figlia di questi porta loro un bicchiere d’acqua da bere.

Entrambi si innamorano istantaneamente della sua ineguagliabile bellezza.

Il re però è fidanzato dall’infanzia ad una principessa degna di ogni amore, e che il re stesso ha creduto di amare fino alla nuova improvvisa passione.

Il cavaliere decide di sacrificare ogni altra considerazione al suo amore, torna dal boscaiolo e gli chiede la mano della figlia.

Egli trova però la ragazza infatuata del re, di cui non conosce il rango; è disposta a morire piuttosto che amare un altro.

Il cavaliere riferisce tutto al re, chiedendo il suo aiuto; e gli amici giungono ad un accordo.

Il re va dalla ragazza e perora la causa dell’amico, senza tenere conto della sua propria passione, ma dicendole che, come egli sacrifica se stesso all’onore (sposando la principessa), così dovrà fare ella, accettando un uomo nobile, che la ama più di ogni altra e che ella ricambierà.

D.G.Rossetti, Beata Beatrix
D.G.Rossetti, Beata Beatrix

Dopo le nozze i coniugi Morris si trasferirono nella Red House, favolosa casa fatta costruire dallo stesso William Morris ad Upton, nel Kent; e in questa residenza Jane diede alla luce la sua prima figlia, Jenni. Ma la nuova nascita fu un triste preludio. Lizzie, solo sei mesi dopo, partorì un bambino morto e il drammatico evento le fu fatale. Scivolò inesorabilmente in una depressione senza rimedio e, a distanza di poco tempo, si uccise avvelenandosi con una massiccia dose di laudano.

Gabriel, nonostante i tradimenti e la passione per Jane, fu ossessionato dal ricordo della moglie per il resto della vita. Profondamente scosso fece seppellire insieme a Lizzie l’intera raccolta di versi a lei dedicati e più tardi la ritrasse un’ultima volta nel dipinto Beata Beatrix, stabilendo un parallelo tra Elizabeth e la Beatrice dantesca.

Negli anni che seguirono Gabriel sembrò quasi volersi stordire. Le modelle-amanti si susseguirono, e la sua passione per Jane divenne tanto esplicita, che nel ’71 acquistò, insieme all’amico e rivale William Morris, la fattoria medioevale di Kelmskott Manor, nello Oxfordshire, dando inizio ad una ambigua convivenza. Il clima però si fece ben presto insostenibile e le lunghe assenze di Morris diedero alla critica moralistica un ulteriore appiglio per pubblicare articoli di indignato disprezzo, inducendo il pittore, già dedito all’alcool e alle droghe, al tentato suicidio con laudano a dieci anni di distanza dalla moglie. Trascorsi due giorni in fin di vita, Gabriel si salverà; ma dopo la definitiva rottura con Morris nel ’74, la sua vita sembra precipitare in una progressiva decadenza senza ritorno. Morirà nel 1882 a Birchington, nel Kent, in povertà e solitudine a soli 54 anni.

La bella Jane, sua seducente musa e volto immortale, assisterà il marito William nella malattia che lo condurrà alla morte nel 1896; sopravvivendo agli uomini della sua vita per altri 18 anni.

 

Irma Fiorentini, titolare dello Studio d'Arte La goccia. Decoratrice, restauratrice e insegnante di pittura murale. Pittrice e docente di Pittura Filosofica presso la scuola Parresia di Bologna per consulenti filosofici. Vive e insegna a Monzuno, nella sua casa-studio sulle colline tosco-emiliane.

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